Un'opera, la sua storia
Gli antefatti
Ogni opera ha una storia, ed ogni storia va raccontata, dall'inizio.
Domenica 14 settembre 1986 in piazza Grande, in occasione della "Festa
dell'incontro delle parrocchie del centro storico e dei gruppi
ecclesiali", fu presentata la mostra "Una città, la sua fede",
curata dall'allora neonato "Centro studi Maiestas per la cultura
popolare".
La mostra, allestita sotto il portico del palazzo comunale occupandone
due arcate, comprendeva 15 pannelli con immagini fotografiche
accompagnate da testi illustrativi, una pianta del centro cittadino con
l'ubicazione degli oggetti fotografati, alcuni altri oggetti
riguardanti l'argomento (due lastre di rame incise per la stampa di
immagini sacre, una formella ceramica, una statua della Madonna).
Il pieghevole stampato per l'occasione, col frontespizio segnato dalla
silhouette dell'antica croce detta 'della pietra', individuata come un
significativo emblema della storia cittadina, spiegava il senso
dell'iniziativa:
«
La mostra (che fa parte di un
più ampio lavoro di ricerca in corso di svolgimento nel centro
antico di Modena) si propone di offrire un iniziale ma già
significativo contributo alla ricostruzione di uno dei tratti
essenziali del volto della nostra città, quello relativo alla
religiosità dei suoi abitanti, che si è espressa
e si esprime tuttora in molteplici segni e gesti. Si tratta di croci,
immagini sacre, simboli sacri, cappelle, tutti segni posti in luoghi
pubblici (strade, piazze, vicoli,
portici) o semi-pubblici (androni, cortili), secondo le caratteristiche
e le possibilità offerte dagli spazi urbani nel corso della loro
evoluzione negli ultimi secoli. Segni posti da persone, famiglie,
confraternite - o, in taluni casi, dall'intera cittadinanza - a scopo
di pubblico culto, ringraziamento, prò-memoria per tutti.
I segni presentati nella mostra sono indagati nella loro orìgine
storica, nelle traversìe cittadine di cui hanno risentito,
nell'utilizzo cui sono soggetti, nello stato in cui si trovano, ma
è soprattutto evidenziata la loro presenza attuale. Di altri,
non più presenti ma abbondantemente documentati per il passato,
pure si fa cenno.
Ma il linguaggio popolare, che ha
sempre privilegiato la forma segnica e gestuale su quella scritta e
parlata, ha donato alla città anche gesti religiosi pubblici
assai densi di significato: dalle grandi processioni cittadine ai
raduni mariani in piazza, fino ai gruppetti di persone che fioriscono
agli angoli delle vie nel mese di maggio per la recita dell'umile santo
rosario».
Tanto lavoro per un giorno solo di mostra, ma si ricorda un afflusso
massiccio e continuo, di gente comune, giovani ed anziani, molto
interessati come di fronte ad una novità, e nello stesso tempo
come di fronte ad una realtà sentita come propria.
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