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Introduzione

Origine

Come tante cose vere della vita, anche questa mostra ha radici lontanissime, ma poi è nata quasi all'improvviso: si è manifestato con evidenza che era nostro compito offrire a tutti la possibilità di incontrare il Duomo di Modena.
La circostanza si è concretizzata con il Meeting 2002, il cui titolo «II sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza» trovava completa corrispondenza con la nostra esperienza del Duomo. Quante volte abbiamo sperimentato la verità di questa affermazione: «II sentimento amoroso delle cose è anche la condizione della loro conoscenza e la condizione del riconoscimento, nella realtà, del valore originariamente desiderato: la bellezza»

Ricerca

Dopo vent'anni che studiamo con passione la cultura e la fede del nostro popolo nelle più svariate manifestazioni e le comunichiamo attraverso mostre, pubblicazioni ed audiovisivi, dopo innumerevoli visite guidate al Duomo richiesteci da ogni parte, dopo l'allestimento del museo del Duomo stesso, pensavamo sinceramente che non sarebbe stata necessaria un'ulteriore approfondita ricerca. Ebbene, ci sbagliavamo. Non si sa come, ma lo studio del Duomo è inesauribile. E sì che abbiamo fatto tesoro anche delle numerosissime ricerche svolte da valenti studiosi e delle recenti campagne di restauro che hanno permesso nuove scoperte!
Insomma, l'impressione è che il Duomo non finirà mai di sorprenderci. Ma anche questo è il bello, come è bello poter lavorare così vicini che ad ogni nuova intuizione, ad ogni dubbio, basta scendere una scala, attraversare la strada e controllare di persona.
Una frequentazione così assidua ci ha permesso di constatare la vitalità di questa chiesa, preservata dal pericolo della museificazione, cosa che sta a cuore a tutti, a cominciare da chi siede ora sulla cattedra vescovile che fu di san Geminiano.

Esito

Incontrare oggi il Duomo di Modena significa incontrare nove secoli di storia, anzi sedici, quanti ne corrono dai tempi del santo vescovo Geminiano, morto nel 397. Sulla sua veneratissima tomba furono costruite almeno due chiese prima dell'attuale, fondata nel 1099 come Domus clari Geminiani. Per incontrare il Duomo è dunque necessario incontrare Geminiano, senza il quale non si può comprendere questo splendido edificio, e nemmeno la città stessa, ricostruita proprio attorno alla sua casa e tuttora segnata dalla sua indelebile impronta. Un rapporto così stretto fra il patrono e il suo popolo è documentato anche dal fatto che i modenesi venivano chiamati geminiani, non senza una certa invidia, «talché nelle vicine, e più rimote Città si suol dire: A modo de' Modonesi tutto fa il lor protettore San Geminiano!».
Il 31 gennaio, per la sua festa, si fa la fila per entrare in Duomo, e sono sempre più numerosi i modenesi di adozione, provenienti da paesi anche molto lontani. Del resto Geminiano e il suo Duomo sono una presenza davvero eloquente, comprensibile anche a chi non padroneggia la nostra cultura (tanto che il luogo è stato recentemente riconosciuto dall'UNESCO patrimonio dell'umanità).
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